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De Keuninck, Kerstiaen
"Paesaggio con il Monte Sinai"
Olio su tavola cm 75,1 x 106,7
Opera databile 1610 ca.
Keuninck Kerstiaen De (Courtrai 1560ca-
Arcaico paesaggista di Anversa nello stile di T.Verhaecht e R.Savery. Dipinse preferibilmente paesaggi montuosi boscosi con grandi piante, vallate talvolta animate da piccole figure Bibliche in primo piano. Sua caratteristica è la lumeggiatura che nel paesaggio ha una serie di raggi obliqui lucenti che a loro volta intersecano il cielo creando cosi una atmosfera irreale e fantastica. Rare le sue opere.
Provenienza: Collezione privata, Friuli Venezia Giulia.
Letteratura: W.Stechow, Dutch Landscape Painting of the Seventeenth Century,1968; W.Bernt, Die Niederlandische Maler des 17 Jahrhunderts, 1979, Vol.II,N.662; Y.Thiery, Les Peintres Flamands De Paysage Au XVIIe Siecle, Des Precurseurs a Rubens, 1987, pag. 35-
Nota: L'opera gode di una robusta comparazione stilistica con due paesaggi montuosi riprodotti da Hans Devisscher a pagina 148 e 149 della sua monografia sul Keuninck, databili attorno alla prima decade del XVII secolo, nei quali la costruzione orografica presenta quelle peculiari soluzioni scenografiche care al paesaggio fiammingo di inizio '600 e tipiche di una certa fase del pittore.
La presenza nei paesaggi arcaici fiamminghi di catene montuose concepite come giganteschi monoliti affastellati l'uno sull'altro è stato oggetto di speculazioni accademiche fin dagli archetipi forniti dall'arte di Joachim Patinir: il Gibson è stato tra i primi a sostenere che la genesi pittorica di queste concrezioni montagnose sia da ascriversi ad un perduto prototipo bizantino raffigurante la zona del monastero di Santa Caterina del Sinai, arrivato in Europa attraverso le reinterpretazioni di numerosi artisti. Sarebbe, così, possibile ricostruire l'iter di tale modello attraverso almeno tre stampe: quella del 1565-
Osservando l'opera, la cui lettura appare più nitida dopo il restaturo eseguito, ci appaiono alla vista tre picchi montagnosi che spartiscono la scena in altrettante zone. Lungo la loro superficie si dispongono una serie di piccole costruzioni, da identificarsi con i complessi abbaziali di età medioevale che costellano la zona del Sinai e che, all'epoca, erano per lo più noti tramite le testimonianze scritte di alcuni viaggiatori. Per esempio, è ben evidente il monastero di Santa Caterina alle pendici del monte centrale, sulla cui cima e raffigurato Mosè nell'atto di ricevere le tavole della Legge, mentre tutt'attorno si squarciano le nubi per lasciare emergere i lampi della luce divina. Sulla sinistra c'è il Monte Cor, dove Aronne sarebbe sepolto, mentre quello a destra è il Monte Caterina, sulla cui cima due angeli avrebbero seppellito il corpo della martire paleocristiana. Nel dipinto è possibile scorgere un numero in prossimità di ogni costruzione rappresentata: è probabile che il dipinto fungesse anche da indicazione topografica delle varie stazioni di pellegrinaggio che ancora oggi è possibile percorrere e che la committenza dell'opera avesse degli scopi di devozione privata, forse in sostituzione di un pellegrinaggio compiuto in Terra Santa. Nella parte bassa, sono presenti una serie di personaggi vestiti all'orientale e accompagnati da alcuni dromedari stilizzati, indice dell'atmosfera esotica che l'opera vuole evocare. L'allucinante aspetto selvaggio che caratterizza tutto il complesso è una traduzione in forme simboliche e cristallizzate dei numerosi racconti di viaggio che circolavano in Europa. Margherita di Navarra, per esempio, descrive il Monte Sinai come "aspro, selvaggio, nascosto e quasi inaccessibile", mentre Anselmo Adorno si spinge a dire che il percorso è così ripido da costringere il viaggiatore a salire a carponi, in atto di prostrazione nei confronti di Dio. Le tante strade che si inerpicano lungo i tre monti, quindi, altro non sono che il frutto di un'immaginazione che spinge all'estremo l'impressione delle testimonianze. Del tutto nordici, invece, sono i colori freddi e la luce vibrante di cui è permeato il dipinto: quasi fossero delle Dolomiti scaturite da un sogno, le montagne riverberano di tocchi argenetei e dorati, lasciando prosperare tutti'intorno delle foreste ora fitte ora brulle, donando un fascino allucinato ed estremo ad un dipinto di grande importanza storica.