Massys Jan - Galleria Luigi Caretto

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Massys Jan

Quadri mostra
 
 

Massys, Jan
"Adorazione dei Re Magi"
Olio su tavola di cm 102,7 x 97
Opera databile 1530 ca.

 
 
 
Adorazione dei Re Magi
 
 

Massys Jan (Anversa 1508-1575)
Importante pittore figlio di Quentin Massys e fratello di Cornelys, figura capitale della pittura fiamminga del ‘500. L'operato di Jan si divide principlamente in due periodi: una prima fase, in cui ripercorre lo stile paterno reiterando i preziosi  moduli compositivi cari al padre Quentin ed alla bottega di Joost Van Cleve ed una seconda, successiva agli anni '40 del XVI secolo, in cui, dopo un lungo soggiorno tra Italia e Francia, si stabilisce nuovamente ad Anversa divenendo uno dei massimi rappresentati  del così detto Manierismo Europeo. Nei suoi quadri di soggetto biblico, allegorico e di interni, abbandona in parte il prezioso colorismo del padre Quentin per dedicarsi ad eleganze plastiche e linearistiche altamente sensuali. Esempio del suo nuovo  stile sono le opere "Loth" del 1565, "Flora" del 1559 e "Amor senile" del 1561.  Morirà ad Anversa nel 1575.

Provenienza: Vendita Sotheby's, Londra,4/4/1984, lot.n.42; Collezione privata, Europa,dal  1984 al 2011.

Letteratura: G.T.Faggin, La Pittura ad Anversa nel Cinquecento,1969, pag.47; M.J.Friedlander, Early Netherlandish Paintings, Ed.1975,Vol.VII, plates 80-80a,Vol XIII, pag.17-20; L.Silver, The Paintings of Quinten  Massys with Catalogue Raisonnè, 1984.

Nota: Il modello che è servito come base per la nostra opera è da ricercarsi nell'adorazione dei magi di Quentin Massys ora conservata al Metropolitan Museum of Art di New York e databile al 1525, data in cui Jan era già attivo  al fianco del padre. Si collocano in questo periodo anche le due Madonne col Bambino riprodotte dal Friedlander al nr. 26 e 27 del suo capitolo su Jan Massys. In questi, così come nel nostro dipinto, le architetture e i volti dei personaggi prefigurano  già gli stilemi di Jan, pur mostrando ancora la forte influenza dello stile paterno.  Una commistione che non deve sorprendere: già il Friedlander, rifacendosi alla tesi di L. Reis-Santos, intravede proprio nella prima fase dell’attività  del giovane Massys una ripetuta collaborazione col padre. Al primo periodo vanno ascritte, pertanto, numerose collaborazioni tra Quentin e Jan, oltre a vere e proprie copie da originali del padre;  l’influenza paterna fu talmente forte per il figlio  da connotarne pure lo stile dei quadri eseguiti ad una sola mano. Un modus operandi, pertanto, ancora ibrido ed in via di definizione che interessa la nostra opera e che è un’importantissima testimonianza storica del metodo di lavoro comune  alle botteghe di Anversa nel ‘500.  E’ Jan de Maere, nel suo recente volume sul rapporto tra neuroscienze e connoisseurship, a far notare come, tanto le botteghe dei Massys quanto quella di Pieter Cock Van Alest o Joost Van Cleve e persino  quella dei Brueghel dovessero essere immaginate come delle officine in costante scambio culturale, dove i differenti artisti potevano addirittura spostarsi da un laboratorio all'altro. In questo contesto Charles de Tolnay
è addirittura arrivato ad ipotizzare che alcune delle vedute di Anversa sullo sfondo dei quadri dei Massys siano opera di un giovanissimo Pieter Brueghel il Vecchio. Il nostro dipinto, di livello qualitativo elevato, è pertanto un tipico esempio  di tale contesto operativo ed è probabile che la giovane mano di Jan Massys si sia espressa sotto la costante direzione paterna o quantomeno, come già accennato, ne sia stata fortemente influenzata.
Del resto, a parlare sono i strettissimi  legami stilistici: uno su tutti, l'anziano Re Mago in ginocchio sulla sinistra, che è un tipico esempio di tutta quella serie di "vegliardi" che Jan Massys utilizzerà spesso nei suoi dipinti successivi e che rimangono tra le poche desunzioni dal  padre che l'artista non abbandonerà per tutta la sua carriera. Ricca di tutti gli squisiti crismi del Manierismo Anversese, la nostra Adorazione ci presenta una delicata Madonna col Bambino collocata su un trono che è un'autentica costruzione architettornica.  Totalmente circondata da una serie di fregi a mascheroni, coacervi militari e grottesche, il seggio si incastra in una profonda nicchia sormontata da una volta a botte nella quale un oculo si apre su un'edicola circolare. L'intera struttura è sorretta  da due colonne in marmo bruno con capitelli pseudo-corinzi, mentre lateralmente due archi a tutto sesto si aprono su un palazzo ad arcate e, in fondo, sul paesaggio. Tutt'intorno, è un'affastellarsi di personaggi riccamente vestiti: a sinistra, i cappelli  a punta ed il corteo di mori che accompagna Baldassarre suggeriscono dei riferimenti al mondo pagano ed ebraico, mentre sulla destra la presenza di uomini armati è ispirata ad un'invenzione iconografica molto simile ad un’opera di Brueghel il  Vecchio. Il primo piano è occupato da una serie di oggetti preziosi cesellati con finissima cura: dalle else delle spade dei Magi, al cappello di pelliccia, dalle catene d'oro al contenitore dell'incenso, su cui è possibile leggere una scritta scolpita  a sbalzi d'oro. Non meno abbondanti, sono gli inserimenti di influenze italiane nel dipinto. È doveroso ricordare che il Manierismo Anversese è la prima stagione artistica in cui l'influenza dell'arte italiana si fa sentire con forza anche nei Paesi  Bassi: la Madonna ed, in particolare, il bambino posseggono quelle tipiche fisionomie che appartengono alla scuola leonardesca e che giunsero ad Anversa attraverso vari canali. Inoltre, la presenza di una struttura architettonica così monumentale e  ricca di riferimenti classici è proprio dovuta alla ricezione delle conquiste spaziali del Rinascimento italiano. Sono da leggersi in questo senso la presenza di sfingi e di formelle, nonché la conchiglia posta a chiusura della parte alta del trono.  Infine, la sapiente alternanza di colori caldi e freddi, unita a quel campionario di fisionomie tipiche dei Massys, donano al dipinto una solenne concitazione dove tutto è accordato in una perfetta sintesi che è la chiave di comprensione del manierismo  e che, nell'opera di Jan Massys, raggiunge livelli insuperati.

 
Torna ai contenuti | Torna al menu